Un giorno di vittoria per la politica della paura, del disgusto e della divisione

La vittoria di Donald Trump segna la fine di un’era in cui una classe dirigente sicura di sé ha predicato la fine della storia, la fine della passione e la supremazia di una tecnocrazia che lavora per solo per il bene dell’1%. Ma l’epoca che introduce non è nuova. É una nuova variante del 1930, con la deflazione economica, la xenofobia e la regola politica del divide et impera (dividi e comanda).

La passione è tornata in politica, ma non in una maniera che aiuterà l’80% di coloro che sono stati lasciati indietro sin dagli anni settanta. La passione adesso alimenta la misantropia. La passione sta sfruttando la rabbia dell’80% per ridistribuire il potere ai vertici, lasciando l’80% moribondo, tradito e diviso. E il nostro compito è di fermare questo fenomeno. É nostro compito sfruttare la passione per la causa dell’umanesimo.

La follia della classe dirigente sta causando la sua stessa sconfitta. Incapace di fare i conti con la crisi economica che aveva causato, la classe dirigente ha schiacciato la Primavera Greca perché poteva farlo. Ha spinto la maggioranza delle famiglie britanniche verso una disperazione indotta dall’austerità. Ha condannato milioni di tedeschi a dei lavoretti precari conosciuti come mini-jobs. Ha cospirato per tenere a bada Bernie Sanders. E quando tutto ció ha dato vita a Alba Dorata, alla Brexit, a Alternativa per la Germania (Alternative für Deutschland) e a Donald Trump, ha risposto con un misto di condiscendenza, negazione e panico.

La politica sta andando incontro ad uno scossone che non si vedeva dagli anni Trenta. Una Grande Deflazione sta attanagliando entrambe le sponde dell’Atlantico, risvegliando forze politiche che erano dormienti sin dagli anni Trenta. L’uso da parte del presidente Trump di tattiche e retoriche proprie di Mussolini é solo il sintomo del ritorno di quell’epoca tetra.

Cosa dovremmo fare?

Lo spettro di una Internazionale Nazionalista che incombe su di noi (da Trump ai sostenitori del Brexit, ai Governi della Polonia e dell’Ungheria, alla Alternativa per la Germania, al prossimo presidente dell’Austria e a Marine Le Pen) puó essere sconfitto solo dalla Internazionale Progressista che il movimento Democracy in Europe, DiEM25, sta costruendo in Europa.

Ma è chiaro che l’Europa non basta. I progressisti negli Stati Uniti, coloro che hanno supportato Bernie Sanders e Jill Stein, devono unirsi ai progressisti in Canada e in America Latina per costruire un Movimento per la Democrazia nelle Americhe. I progressisti nel Medio Oriente, coloro che stanno versando il loro sangue contro l’ISIS, contro la tirannide cosí come contro i regimi fantoccio dell’Occidente, devono unirsi ai progressisti palestinesi e israeliani per costruire un Movimento per la Democrazia nel Medio Oriente.

Nel 1930 i nostri antenati non sono riusciti a tendere le mani ad altri democratici oltre le frontiere e le divisioni di partito per fermare il marciume. Noi dobbiamo riuscire dove altri hanno fallito.

Oggi, nel giorno della vittoria della politica della paura, del disgusto e della divisione, ci impegniamo a lottare contro l’Internazionale Nazionalista per creare un’Internazionale Progressista che possa riportare la passione al servizio dell’umanesimo.

Carpe DiEM25!

 


Tradotto dal Collettivo Traduttori Italiani.
PHOTO: Donald Trump speaking at CPAC 2011 in Washington, D.C. (credit: Gage Skidmore)

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