A proposito di „Patrimoniale“

A PROPOSITO DI PATRIMONIALE

E’ cronaca di questi giorni, un vecchio must che di tanto in tanto ritorna alla ribalta specialmente quando si deve cercare di fare cassa : la vecchia e (cara) Patrimoniale.
In sé non avrebbe niente di strano al contrario sarebbe uno strumento civile al servizio di un paese civile, ma invece no. In Italia anche questo dibattito viene sempre strumentalizzato a fini politici ed elettorali. Infatti ci risiamo, guarda caso alla vigilia di richieste di rimpasto del Governo.

Ora tutta l’attenzione è indirizzata su un falso problema: giusto o no applicare la patrimoniale ai possessori di patrimoni superiori ai 500 mila euro?

Anzitutto, facendo un passo indietro, sarebbe opportuno dare uno sguardo ai nostri fratelli europei. È una questione tipica che andrebbe affrontata a livello Europeo.
Si otterrebbero risultati più soddisfacenti applicando la medesima tassa in tutta Europa e magari contestualmente cercando di affrontare seriamente come risolvere la questione dei paradisi fiscali. Non fosse altro per includere tutti quei capitali importanti ancora fuori dal nostro paese, una volta per tutte. Allora si che sarebbe bingo!

Non è un caso infatti che DiEM25 si è speso da sempre sulla questione paradisi fiscali con proposte chiare che vanno dalla introduzione di nuove semplici regole come la penalizzazione delle banche che omettono di dichiarare le attività svolte nei paradisi fiscali (impedendogli di operare in Europa), alla revisione delle norme che consentono a Paesi come il Lussemburgo l’Olanda o l’Irlanda di favorire l’evasione e l’elusione fiscale.

A tal proposito famoso è il caso della gestione fiscale Ryanair protetta appunto dalle norme irlandesi.

 

L’Italia rispetto alle norme vigenti in altri paesi dell’Unione, come la Francia o la Germania, è davvero indietro.“

 

Restando sull’attuale questione italiana, prima di parlare di patrimoniale, la cui parola dà allergia a parecchi italiani, è mia opinione che sarebbe forse più opportuno introdurre una giusta e adeguata tassa di successione.

L’Italia rispetto alle norme vigenti in altri paesi dell’Unione, come  Francia o Germania, è davvero indietro.

Con la tassa di successione sarebbe più facile e più giusto intercettare un passaggio di ricchezza che non dà lavoro e che è, contro ogni logica, l’unico privo di una qualsivoglia tassazione.

Patrizia Pozzo
componente del CC di DiEM25

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